per tentar di rinunciare a questo vizio di soffrire di cui mi dovrei soltanto vergognare (a. grè)

ho scoperto che: dire che c'è una dicotomia, non significa dire "io sto da una parte e tu dall'altra", ma semplicemente fare notare che c'è un problema;

che la trippa ancora non "la preferisco";

che l'estate è agrodolce come la maggior parte dei sapori della vita, per chi sa riconoscerli;

che la malinconia è una brutta parola, come è brutto chi la usa, eppure nasconde inquietanti verità;

che è vero. mostrati un pochettino più felice, e subito ti piovono addosso un sacco di sciagure;

che quando la sciagura sembra avere una ragione apparente, tutto sommato possiamo dimostrarci all'altezza della situazione;

che quando la risoluzione è nella mente dello sciagurato, non sono all'altezza della situazione;

che l'amore è tutto un gioco, parafrasando i magic numbers, ma uffa uffa...

che ho visto una coppia di credenti, che non guardavano chi c'avevano di fronte, ma qualcosa oltre; e quella fissità nello sguardo, quel guardare oltre dove non c'era niente ma mi ha molto spaventata.