Saturday, April 26, 2008

KЛЮЧ (my blue Barry White)

SPOILER ALERT: questo post contiene anticipazioni sull'ultimo film di Wong Kar-wai. Se non avete mai visto un film di Wong Kar-wai potreste sottovalutare la portata delle anticipazioni, andare al cinema e dire: tutto qui? E poi prendervela con me. Se invece avete già visto un film di Wong Kar-wai, non leggete questo post, così quando andrete al cinema e penserete Tutto qui? non ve la prenderete con il sottoscritto. Tutto questo per insinuare che nei film di Wong Kar-wai generalmente non succede granché, ma in questo ancora meno. O meglio, in questo film qualcosa succede e il problema sta proprio qui. Oh, fate come cazzo vi pare.

I primi dieci minuti sono di una bellezza tale da farti dimenticare che stai guardando un film il cui protagonista sono i denti Jude Law. Due sconosciuti, un vaso pieno di chiavi abbandonate e una videocamera di sorveglianza per tenere il conto dei giorni. Niente pioggia incessante, stavolta, né venditori di cibo al vapore - solo il freddo secco delle notti newyorchesi e un dubbio meraviglioso, calato subito come un "all-in" al primo giro di poker: siamo tutti crostate di mirtillo. La gente preferirà sempre una cheesecake o una torta di mele ma prima o poi la bella avventrice con le labbra di Norah Jones arriverà quando tutti i dolci sono finiti e allora saprà apprezzarci, magari con un po’ di gelato alla crema.
Con queste premesse ci si prepara a soffrire con entusiasmo: i protagonisti si perdono, si cercano, si ritrovano e NON scopano. Più o meno la trama di tutti i film di Wong Kar-wai (ma senza pioggia e senza puzza di pesce).
Qualcosa però non torna. Wong non riesce a girare un solo fotogramma brutto. Neanche Rachel Weisz, Natalie Portman e Cat Power riescono a sembrare abbastanza – rispettivamente – ubriacona, cafona e russa da togliere al film questa fastidiosa perfezione. Inaspettatamente ti ritrovi a essere grato per il modo orrendo in cui Law si mangia le parole, ma nella versione doppiata anche questa stonatura va a farsi benedire. Alla fine i cerchi si chiudono, e forse - addirittura - scopano.
E non c’è proprio più niente di irrisolto che rimanga lì a fare male per tutti i titoli di coda, niente che non sia tornato al suo posto o non ne abbia trovato uno migliore. Resta una gran voglia di rivedere il dvd di Hong Kong express e la speranza che Wong torni presto in Cina a fare film in cui non è obbligato contrattualmente a concentrare tutta la sfiga nel primo tempo.

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