Friday, May 15, 2009

cacchio, ho cento milioni di problemi, e non è vero che se provo a cercare il minimo comune denominatore si riducono a uno

Il problema numero uno si chiama languore, e non c'entra niente il guano di gru e nemmeno la benedetta primavera, ma c'entra come al solito l'indecisione, fiumi che si tuffano nel mare e correnti fredde e calde e brividi sulla schiena, e non sai mai se cercare quel fragore che si irradia nel tuo corpo, come quando esci dalla vasca bollente e hai i brividi e non vorresti mai uscire ma poi lo fai ed è grandioso - ma sono cose che non si provano più ad una certa età, bisogna essere piccoli, e meravigliosi, e avere capelli neri e corti e pelle bianca di porcellana e guance rosse come una mela, e forse allora si può capire; oppure cercare il tepore, che alle volte s'accende, eh, ed è fantastico e morbido, e sapido: c'è dentro la scuola, la mamma, la storia, l'universo dei sessi inconciliabili che si incrociano e si saldano, in alcuni punti, per sempre, anche se nessuno lo sa; oppure cercare fuori, ignoto, pieno e vuoto, c'è un freddo glaciale di ricompense che c'aspetta.
E il problema numero due si chiama economia: dove sta il punto in cui il guado è concesso, e se mi spingo oltre che c'è? che c'è? cosa mi si può rimproverare, se non che ho perso il braccio per cercare qualcos'altro? il fatto che altro non c'è; questo certo rimane un punto aperto di riflessione e chi osa avazare teorie e risposte non può. in realtà, non può.
Chiedere scusa è il problema numero tre: apre finestre su mondi così vasti e così gelidi anche questi, e poi le ricompense, qui, io non lo so se ci aspettano. non empre si puù chiedere scusa, a volte tra me e queste scuse si mettono banali problemi tecnici di trasmissione, a volte sto per andare e chiedere scusa e poi mi sdoppio e l'altra me fa lo sgambetto e dunque mi trovo giù a terra a riflettere, ferma. e poi ho letto libri e teorie e racconti e lettere del cuore e diari segreti, e quante volte queste scuse hanno fatto crollare: uno, due, tre, e poi tutte le altre carte del castello.
Il problema numero quattro si chiama buonsenso, ed è piccolo, stretto, buio; un'androne che puzza d'umido, una guardiola abbandonata, così che entriamo furtivi negli appartamenti di Allegria e Tristezza.
Altri problemi si chiamano rimpianto e senso di colpa, e sono così vicini, così vicini.

2 Comments:

Blogger pickpocket said...

tre post in un mese! non succedeva da tempo...
intanto l'ultimo intervento di fara risale al 10 giugno 2006.
motivo per cui ho cambiato la tag line del blog. chi sarà il primo ad accorgersene?

3:28 PM  
Blogger stefano said...

:) eheheheh hihihihi.... lo diró io a fara, cosi' mi gusteró i suoi improperi contro voialtri; cose tipo: ma rino come si é permesso? o (questa é proprio sicura al 100%) mó gli faccio vedé io. mi scompisceró. Bacini a tutti i presenti :)

6:50 PM  

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